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ISTITUTO AGRARIO DI BAGNOREGIO
ISTITUTO AGRARIO DI BAGNOREGIO: LABORATORI DA INTEGRARE LA NUOVA RIFORMA DELLA POLITICA AGRICOLA A TUTELA DEL PAESAGGIO AGRARIO Dove sta andando l’agricoltura? Considerato che la terra è quella che ci dà da mangiare, ho voluto farmi un’idea approfittando dell’iniziativa “Scuola aperta” per visitare l’Istituto Tecnico Agrario “F.lli Agosti” di Bagnoregio che prepara i futuri periti agrari, ossia prevalentemente coloro che in futuro dovranno dirigere le aziende agrarie. L’Istituto Agrario del paese laziale è un’istituzione nel comprensorio orvietano. Nato negli anni ‘Trenta come "Regia Scuola Tecnica Agraria di Bagnoregio", ha attraversato i decenni con alterne vicende, ha superato le varie riforme ed è giunto gloriosamente ai giorni nostri. Fin dagli inizi ha portato sui banchi di palazzo Agosti molti ragazzi divenuti affermati periti tanto che l’Istituto nell’anno in corso sta cercando di riunirli in un’associazione per conoscerne il percorso lavorativo e mettere a confronto le nuove e le vecchie generazioni. <
> commenta il professore Luciano Trucca, vicario dell’Istituto Omnicomprensivo F.lli Agosti. Da due anni infatti l’Istituto agrario è un Istituto omnicomprensivo in verticale che va dalla Scuola dell’infanzia e dalla Scuola primaria, alla Scuola media e all’Istituto Tecnico Agrario. Sono anche altre le novità introdotte in questi ultimi 2 anni: << l’Istituto Agrario, come tutti gli Istituti tecnici è stato riformato e sono stati introdotti nuovi indirizzi di studio.- dice il prof. Trucca. –A questo di Bagnoregio ne sono stati assegnati due: uno riguarda la gestione dell’ambiente e del territorio, l’altro riguarda in maniera specifica la viticultura e l’enologia.>> <
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> Il convitto, oltre ad essere una bella risorsa per Bagnoregio, andrebbe anche a vantaggio della scuola e degli alunni, in particolare se si considera che diversi studenti raggiungono la scuola da paesi piuttosto lontani e non sempre ben collegati. Il fatto che nel primo anno le classi sono suddivise su tre sezioni e si riducono a due nel secondo-terzo anno, dimostra che qualche problema c’è e sicuramente non dipende solamente dalla difficoltà delle materie di studio. Forse il problema dei collegamenti è anche il motivo dell’abbandono scolastico. <
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