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TEMPO DI DISERBANTL
Santina Muzi La pioggia che da mesi si alterna a brevi sprazzi di sole non fa che favorire la crescita delle erbe infestanti, sia lungo le case del centro storico che nei campi, le prode e le banchine delle strade. Fino a non molto tempo fa erano i cantonieri che con attrezzi manuali provvedevano alla pulizia dei cigli delle strade e dei greppi . Ai giorni nostri, le case cantoniere abbandonate all’incuria, i cantonieri sono spariti come gli spazzini che con le robuste scope e il carrettino tenevano linda la nostra città. Non è rimpianto del passato e della fatica manuale. È solamente la constatazione di una realtà diversa, quella del passato, sicuramente migliore ai fini del risultato. Ai giorni nostri si fa prima a passare ai diserbanti. Diserbanti lungo i muri delle case del centro storico, sulle banchine delle strade, sui greppi. Intanto nelle forme ripulite l’acqua scorre e si porta via ogni cosa. Compreso il diserbante, che non sembra poi tanto innocuo se in pochissimo tempo rende l’erba, dal verde tenero, al giallo rossiccio. Se prendiamo l’Umbro Casentinese, il trattamento al diserbante parte dall’ingresso laterale del San Lorenzo in Vineis (Cimitero di Orvieto) e arriva fino al bivio di Bagnoregio, ossia in territorio viterbese. Vale a dire che il diserbante interessa buona parte del territorio dell’Alfina. Anche senza tener conto della teoria dei vasi comunicanti, la considerazione viene spontanea: ma lì sotto, non ci sono le nostre sorgenti? E il diserbante, con questa stagione così piovosa, quanto tempo impiegherà prima di finire nei nostri bicchieri e nel nostro stomaco????
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