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MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO L’EOLICO
A ORVIETO MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO L’EOLICO Santina Muzi La segreteria italiana di Italia Nostra e gli Amici della Terra di Orvieto, unitamente alle Associazioni nazionali del fronte antieolico e antifotovoltaico in aree agricole, hanno organizzato una manifestazione a carattere nazionale contro l’eolico per le ore 11.00 di sabato prossimo 13 aprile in Piazza del Duomo ad Orvieto. La discussione non è quindi limitata al territorio orvietano e al solo “Non nel mio giardino”, ma investe un aspetto più esteso e vuole portare l’attenzione non solamente sul deturpamento del paesaggio e dei suoi aspetti culturali, e non è poco, ma soprattutto focalizzare gli intenti su altre fonti, sicuramente più naturali e meno devastanti. Basta guardare lungo il percorso dell’autostrada il paesaggio che si estende per chilometri e chilometri intorno a Candela di Puglia: case coloniche, aziende agricole, campi coltivati... il tutto dominato da quelle torri imponenti, alcune delle quali completamente ferme. Don Chisciotte della Mancia avrebbe lì il suo da fare, in particolare perché, considerate le dimensioni dei mostri, non avrebbe lance sufficientemente lunghe per raggiungere le pale. La devastazione del paesaggio agricolo non è l’unico elemento da prendere in considerazione: tuttora sono da approfondire gli effetti sulla salute umana e animale prodotti dalle vibrazioni e dai “sibili” percettibili da chilometri di distanza segnalati dagli abitanti della zona. “Vogliamo energie alternative in armonia nel territorio e non impianti che non rispettano l’ambiente, la natura, la cultura, la salute e l’economia dei territori” cita chiaramente il manifesto dell’evento. “Osano portare le loro torri anche in vista della città del Duomo. 18 pale eoliche alte 150 metri, cemento, decine di chilometri di strade, decine di ettari di territorio occupato. Da luogo di turismo culturale, ambientale e religioso Orvieto e il suo comprensorio diventeranno un deserto di pale visibile da tutta l’Umbria.” Si potrebbe obiettare che forse a livello regionale chi ha scelto il monte Peglia, ossia la montagna orvietana, per impiantare l’eolico ha pensato di aggiungere un’altra forma di attrazione turistica degna della nostra città. Evidentemente il Duomo, il pozzo di san Patrizio, le tracce degli Etruschi, i musei, le chiese, il pozzo della Cava, le numerose cavità sotterranee, le ottime falde acquifere, la posizione sopraelevata della nostra città sembravano poca cosa. Perché non aggiungere un elemento di modernità a tanta anticaglia? Ed ecco il progetto: un bel panorama con la città circondata da pale eoliche! Ma ci potrebbe essere dell’altro. Ci potrebbe essere l’invidia, la voglia di annullare tanta abbondanza che spesso nemmeno noi siamo in grado di apprezzare. Perché valorizzare Orvieto significherebbe riconoscerne la superiorità a scapito di altri paesi e altre città meno “dotate”. Intanto sulle crete dirimpetto alla Rupe è stata piazzata la discarica, così le acque, non si sa mai... e nel futuro prossimo potrebbe cambiare l’intero panorama del paesaggio agricolo... La manifestazione “Basta eolico” però mira in alto, non solo alla salvaguardia del territorio orvietano. “Fermarli ad Orvieto per fermarli in tutta Italia e porre fine allo scempio del paesaggio italiano.” Cita infatti il manifesto. Il problema è impellente e molto sentito da tutti, cittadini e politici. Da parte loro i Sindaci del comprensorio hanno aderito alla manifestazione, dai sindaci di Parrano, San Venanzo, ai sindaci di Orvieto, Castel Viscardo, Allerona, Fabro, Monteleone di Orvieto, Montegabbione, Ficulle, Baschi.
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